Vivir es fácil con los ojos cerrados
La vita è facile ad occhi chiusi
REGIA
David Trueba
SCENEGGIATURA
David Trueba
FOTOGRAFIA
Daniel Vilar
MUSICA
Pat Metheny
PRODUZIONE
Canal+ España, Fernando Trueba P.C., RTVE
CON
Javier Cámara, Ramón Fontserè, Natalia de Molina, Francesc Colomer, Jorge Sanz, Adriana Gil
ANNO
2013
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
105 min.
Premi Goya
- 2014 - Miglior film
- 2014 - Miglior regista a David Trueba
- 2014 - Migliore attore protagonista a Javier Cámara
- 2014 - Migliore attrice rivelazione a Natalia de Molina
- 2014 - Migliore sceneggiatura originale a David Trueba
- 2014 - Miglior colonna sonora a Pat Metheny
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Vivir es fácil con los ojos cerrados
La vita è facile ad occhi chiusi
Spagna, 1966. John Lennon, in piena crisi esistenziale, decide d'iniziare una carriera come attore: si reca quindi in Almeria per girare nel film Come ho vinto la guerra. Antonio (Javier Cámara), fan accanito dei Beatles e professore d'inglese in una modesta scuola di Albacete - dove usa le canzoni del quartetto di Liverpool per insegnare la lingua - decide d'intraprendere un viaggio per conoscerlo.
Lungo il tragitto, Antonio incontra la ventenne Belén (Natalia de Molina), scappata dalla reclusione impostale dalla famiglia, un ambiente sociale opprimente e un passato da dimenticare. Entrambi conosceranno il sedicenne Juanjo (Francesc Colomer), fuggito di casa in piena ribellione giovanile. Durante il viaggio alla ricerca del famoso cantante, tutti e tre assaporeranno la libertà e avranno modo di scoprire di più su se stessi.
La Nueva Ola //
Difficile dire cosa sia la libertà. Forse come cantava Gaber “la libertà è partecipazione” ed è questo in fondo il prezioso insegnamento che il professor Antonio sembra voler lasciare ai suoi giovani compagni di viaggio nell’ultima pellicola del regista e scrittore madrileno David Trueba.
Un invito gentile e deciso a partecipare alla vita, aprire gli occhi per guardare in faccia la nostra condizione e fare i conti ognuno con la propria dignità. Insegnamenti forse scontati ma pur sempre validi e a maggior ragione coraggiosi se suggeriti nella Spagna franchista degli anni Sessanta; ancora di più se la strada deputata all’apprendimento è la musica nuova ed anticonformista dei Beatles. D’altronde anche le lezioni più semplici bisogna saperle insegnare, così come al cinema queste storie piccole dal grande respiro bisogna saperle raccontate. E ci riesce egregiamente il regista spagnolo in La vita è facile ad occhi chiusi – vincitore in patria di 6 premi Goya – ispirato alla vera vicenda del professore d’inglese Juan Carrión, recatosi nel 1966 ad Almería per conoscere John Lennon, impegnato nelle riprese del film Come ho vinto la guerra.
Nell’interpretazione di uno straordinario Javier Cámara, il professor Antonio rappresenta dunque la modernità che entra nella classe dei bambini a cui insegna inglese attraverso i testi delle canzoni del quartetto di Liverpool, ascoltate su Radio Luxembourg e meticolosamente trascritte ad orecchio, seppur incomplete di alcuni passaggi rimasti incompresi. Ma Antonio quei vuoti vuole riempirli e ciò lo spinge a partire per conoscere il suo idolo, raccontargli la sua missione e farsi completare i testi, che secondo le cronache i Fab Four da quel momento in poi cominciarono ad allegare ai loro dischi.
Con un’elegante delicatezza e leggerezza Trueba ritrae una sorta d’eroe romantico dai tratti buffi, trattato con quella giusta profondità che lo investe al tempo stesso di un significato più alto: una ventata d’aria fresca e una piccola speranza per quella gioventù schiacciata dall’ottusa rigidità della dittatura. Così infatti i destini in fuga di Juanjo e Belén, durante quel viaggio della speranza, si intrecciano a quello di Antonio, che, seguendo fedelmente l’esempio dell’Help! beatlesiano, accoglie e ascolta la richiesta d’aiuto lanciata silenziosamente dai due giovani.
La musica diviene strumento efficace di confronto, conoscenza e crescita personale e l’attitudine all’ascolto si sposta dalla musica alla vita divenendone regola fondamentale. Trueba gioca dunque con il valore pedagogico e formativo di quest’arte – innovativo all’epoca ma tutt’altro che riconosciuto oggi – e riesce ad evitarne l’appiattimento banale anche attraverso una riuscita ed equilibrata composizione formale.
Le splendide melodie di Pat Metheny e Charlie Haden riflettono tutta la luce e il calore dei paesaggi andalusi, creando un’atmosfera leggera e sospesa che lascia però intravedere il peso della storia, ma anche il sogno di poterla cambiare, leggendo in quel “living is easy with eyes closed” che apre Strawberry Fields Forever un appello a reagire e prendere parte.
CURIOSITÀ
Il film è ispirato alla storia vera di Juan Carrión, un professore d’inglese che effettivamente incontrò John Lennon sul set in Almeria.
Nella pellicola sono presenti immagini d’archivio dei Beatles e di John Lennon durante le riprese per Come ho vinto la guerra (1967).
Il titolo s’ispira a un verso della canzone Strawberry Fields Forever: “Living is easy with eyes closed”.