La reconquista
La riconquista
REGIA
Jonás Trueba
CON
Itsaso Arana, Francesco Carril, Aura Garrido
ANNO
2016
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
108 min.
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La reconquista
La riconquista
Madrid. Una sera Olmo si dà appuntamento in un caffè con una ragazza che non vede da quindici anni. È Manuela, il suo primo amore. Da adolescenti si erano promessi una vita assieme. Ora sono cambiati. Lui convive con la compagna. Lei è di passaggio, ha appena chiuso una relazione. La notte va presa per quel che è.
Jonás Trueba ritorna sul suo tema più caro e gira una delicata e potente ballata sul tempo perduto e il desiderio di riconquistarlo.
Madrid. Una sera Olmo si dà appuntamento in un caffè con una ragazza che non vede da quindici anni. È Manuela, il suo primo amore. Da adolescenti si erano promessi una vita assieme. Ora sono cambiati. Lui convive con la compagna. Lei è di passaggio, ha appena chiuso una relazione. La notte va presa per quel che è.
Jonás Trueba ritorna sul suo tema più caro e gira una delicata e potente ballata sul tempo perduto e il desiderio di riconquistarlo.
La Nueva Ola //
Jonás Trueba (Madrid, 1981) ha portato una ventata d’aria fresca nella sezione ufficiale del 64° Festival del Cinema di San Sebastián: La reconquista, pur essendo profondo, emana una freschezza, spontaneità e -apparente- leggerezza che nelle alte sfere dell’evento mancava dopo l’overdose di drammi, conflitti e pesantezza che ha caratterizzato il resto dei titoli che competono anch’essi per la Concha de Oro.
Interpretato dal suo fidato attore/anima gemella Francesco Carril (che era già in due dei suoi film precedenti: Los ilusos e Los exiliados románticos), che offre la fragilità, la sensibilità e la meraviglia del personaggio centrale maschile filtrata dai suoi occhi espressivi, e nel ruolo femminile, Itsaso Arana, scoperta in Las altas presiones, di Ángel Santos; La reconquista, come Before Sunset (di Richard Linklater) riunisce una notte due personaggi, anche se in questo caso si conoscono: erano una coppia 15 anni prima, quand’erano adolescenti.
La nostalgia di quei meravigliosi anni, in cui non si ha coscienza del passare del tempo, permea un film costruito in due parti che, anche se girate in ordine cronologico, sono montate all’inverso: prima incontriamo i trentenni, in una cupa notte d’inverno che trascorrono nel centro di Madrid, tra concerti, bar e sale da ballo, e poi i ragazzi di un tempo, in posti vicini, ma sotto la bella luce estiva della capitale. Due stati d’animo differenti che illustrano, come un boyhood delle relazioni sentimentali, come le occasioni mancate lo siano fatalmente: non si possono recuperare.
Inoltre, grazie ad alcuni dialoghi naturali e ad interpretazioni per niente forzate, l’ultimo della saga Trueba ci rende nostalgici di quello stato d’animo ideale, quel primo impulso amoroso unico e irripetibile, e rende chiaro che, nonostante i danni del tempo, quei sentimenti così sinceri e trasparenti resteranno per sempre impressi nel DNA della nostra anima, poiché alcune persone le ameremo in eterno, sebbene la loro riconquista sia una battaglia persa.
Girato con una bella fotografia di Santiago Racaj (altro frequente collaboratore della Jonás Factory, così come di amici colleghi come Javier Rebollo), che segue lo stato psicologico della trama, La reconquista mostra più maturità e la logica evoluzione di Trueba, un regista che, come ha già chiarito in precedenza, ama Truffaut, Rohmer e Nanni Moretti sopra ogni cosa e continua a mostrare una straordinaria sensibilità nel ritrarre l’innamoramento e le sue deviazioni, qui peraltro sostenuto da un breve ruolo della sempre affascinante Aura Garrido.
(Alfonso Rivera – Cineuropa.it)