La Práctica
La pratica
REGIA
Martín Rejtman
SCENEGGIATURA
Martín Rejtman
FOTOGRAFIA
Hugo Azevedo
MONTAGGIO
Federico Rotstein
MUSICA
Santiago Motorizado
PRODUZIONE
Forastero, La Unión de los Ríos, Pandora Filmproduktion, Rosa Filmes
CON
Esteban Bigliardi, Mirta Busnelli, Manuela Oyarzún, Camila Hirane, Gabriel Cañas, Amparo Noguera, Catalina Saavedra, Víctor Montero, Giordano Rossi, María Siebald, Elvis Fuentes, Mariana Muñoz, Giannina Fruttero, Celine Wempe, Sérgio de Brito
ANNO
2023
NAZIONALITÀ
Argentina, Cile, Germania, Portogallo
DURATA
98 min.
PREMI E FESTIVAL:
- Festival de San Sebastián 2023: in concorso
- New York Film Festival 2024: in concorso
- Festival de Mar del Plata 2023: in concorso
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La Práctica
La pratica
Gustavo, istruttore di yoga, viene lasciato dalla compagna e da quel momento va tutto a rotoli. Inizia così l’ottavo film di Martin Rejtman, il più inclassificabile tra gli autori argentini contemporanei. Il film, ammantato da una gioiosità beffarda, vive di un registro comico sottile, in cui il protagonista, alter ego di Rejtman, vede i propri sogni di innovazione scontrarsi con la realtà. Riuscirà a raggiungere il tanto agognato “Samadhi” – lo stadio più profondo di congiunzione con il Divino nello Yoga Sutra?
Latinoamericana //
Come in ogni film di Martín Rejtman, il protagonista non è necessariamente il punto focale della storia, ma la narrazione ha come elemento chiave il contesto corale dei personaggi che lo circondano. Questa è la chiave che permette al regista di “Silvia Prieto” di dispiegare l’assurdo e configurare un universo proprio popolato da personaggi tanto peculiari quanto esilaranti che sembrano non rispondere alla norma, ma alle regole del mondo rejtmaniano.
In “La práctica” c’è anche una forte presenza dello yoga: ritiri, lezioni, posizioni, il corpo, l’alimentazione. Il mondo dello yoga è ciò che unisce tutti i personaggi in un modo o nell’altro, prima o poi. Allo stesso modo, è satirizzato, poiché il protagonista entra in crisi con la sua stessa professione a causa del deterioramento del suo corpo.
“La práctica” è un film tanto sensibile quanto ironico; contiene l'”essenza” di Rejtman e va anche un passo oltre nel proporre, verso la fine, l’intervento del fantastico. L’esplorazione di un personaggio in piena crisi esistenziale e le sue stravaganti modalità di affrontarla rendono questo film una proposta soprattutto umana, nonostante i personaggi di Rejtman sembrino sempre provenire da un altro pianeta.
Julieta Aiello – IndieHoy
Il regista: MARTÍN REJTMAN
(Buenos Aires, Argentina, 1961) ha studiato cinema presso la New York University. Prima di esordire nel lungometraggio con Rapado (1992), ha scritto e diretto i medi Doli vuelve a casa (1984-2004) e Sitting on a Suitcase (1986). Ha poi diretto Silvia Prieto (1999), Los guantes mágicos (2003), il documentario Copacabana (2006), Entrenamiento Elemental para Actores diretto con Federico León (2008), Dos disparos (2014) e il corto Shakti (2019).
Il documentario El Repartidor está en camino (2023) e La Práctica (2023) sono i suoi ultimi lavori. Diversi festival e istituzioni hanno organizzato retrospettive dedicate al suo lavoro. Oltre a essere regista è anche scrittore, con diverse pubblicazioni alle spalle. Nel 2018 gli è stato assegnato il principale premio culturale argentino, il Premio Nacional de Cultura.