La mesita del comedor

Il tavolino di vetro

REGIA
Caye Casas

SCENEGGIATURA
Cristina Borobia, Caye Casas

FOTOGRAFIA
Alberto Morago

MONTAGGIO
Caye Casas

MUSICA
Bambikina

PRODUZIONE
Norbert Llaràs, Maria José Serra

CON
David Pareja, Estefanía de los Santos, Josep Maria Riera, Claudia Riera

ANNO
2022

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
91 min.

PREMI

Brussels International Festival of Fantasy Film 2023
Miglior film internazionale 

San Sebastián Horror and Fantasy Film Festival 2023
Miglior film e Miglior regia

Fangoria Chainsaw Awards Los Angeles 2023
Miglior film internazionale 

Tallinn Black Nights Film Festival 2023
Premio

Macabro - International Horror Film Festival of Mexico City 2023
Premio del pubblico

A Night of Horror International Film Festival, Sidney (AUS) 2023
Miglior film, Miglior attore e attrice, Miglior sceneggiatura

Strasbourg European Fantastic Film Festival 2023

Fantaspoa International Fantastic Film Festival, Porto 2023
Miglior sceneggiatura e Miglior attore

Grimmfest - Manchester's International Festival of Fantastic Film 2023
Miglior film, Miglior sceneggiatura e Miglior attore

 

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La mesita del comedor

Il tavolino di vetro

Jesus e Maria, appena diventati genitori, stanno vivendo una crisi di coppia ma cercano di andare avanti per il bene del loro bambino. Un giorno decidono di acquistare un tavolino di vetro e non immaginano che questa si rivelerà la peggiore decisione della loro vita. L’opera seconda di Caye Casas, pluripremiata a livello internazionale, è già un cult. Cinema fuori da ogni schema. Un film che non può lasciare indifferenti.

 

La Nueva Ola //

Intervista con il regista.

Dopo il suo successo, con premi e ottime recensioni, ai festival di Tallinn, Bruxelles, in Messico… abbiamo parlato con Caye Casas, sceneggiatore e regista di “La mesita del comedor”, che sta ottenendo recensioni che hanno come titoli “La storia più terrificante che abbia mai visto” o “Di film come questo ce n’è uno su un milione”. Abbiamo parlato di tutto questo e di quanto sia difficile ottenere l’attenzione dei grandi mass media nel proprio paese.

  • Hai appena partecipato alla presentazione del tuo secondo lungometraggio in due dei festival di cinema fantastico più importanti al mondo, raccontaci come è andata in ognuno di essi?

Spettacolare, un sogno, quando si scrive una storia ci si aspetta di suscitare nel pubblico una serie di emozioni. In ogni festival cui ha partecipato, il film diventa un caso che fa sensazione; chi lo guarda rimane in uno stato di shock, non può credere che la storia che stiamo raccontando esista, la tragedia si fonde con un umorismo nero che non ti lascia ridere né battere ciglio. Tutto funziona alla perfezione, il pubblico vive un’esperienza indimenticabile, esce traumatizzato e questo è ciò che cercavo con “La mesita del comedor”.

  • Ho letto che le recensioni a questi festival sono state eccellenti e alcuni titoli sono davvero degni di nota, giusto?

Degne di essere incorniciate e tatuate (anche se non ho tatuaggi). Le recensioni di Tallinn, Bruxelles sono incredibili, ad esempio… “La storia più terrificante che abbia mai visto, spaventosa. L’orrore autentico non ha bisogno di artifici.” “Il film più sorprendente e angosciante dell’anno.” “Da brividi, raggiunge (se non supera) la categoria di capolavoro.” “La proposta più terrificante che si sia mai vista.” “Preparatevi per sudore freddo, forse nausea, ma andate al cinema, quest’opera è una su un milione.” “Quel maledetto tavolino vi immergerà in un inferno mentale insopportabile, come non avete mai sperimentato prima.” E potrei continuare, perché tutte sono su questa linea. Inoltre, sottolineano anche tutto il cast, che è incredibile, la magnifica e originale colonna sonora realizzata da Bambikina e quell’atmosfera cruda, cupa e reale creata dal direttore della fotografia Alberto Morago.

  • Nonostante questi successi, sembra che in Spagna non stai ottenendo il favore della stampa, pensi che spesso uno debba avere successo al di fuori dei nostri confini per essere valutato nel proprio paese.

Sono un regista cinematografico al 100% indipendente e a basso costo. Realizzo i miei film grazie all’impegno delle case di produzione e delle persone del team che confidano ciecamente in me. Ma per l’industria siamo invisibili, dei outsiders che fanno un cinema che nessuno osa fare. Non abbiamo attori famosi, né io sono qualcuno nell’industria, né ci sono grandi emittenti televisive, distributori o piattaforme che promuovono il film incessantemente. Siamo puro cinema di guerriglia. Se questo film fosse stato diretto da Álex de la Iglesia o Paco Plaza e interpretato da Javier Bardem, se ne sarebbe parlato in tutto il paese. Ma sfortunatamente io non sono Álex né Paco (che ammiro profondamente e sono grandi punti di riferimento). Al contrario, all’estero le cose vanno diversamente. Non importa loro tanto se gli attori spagnoli sono famosi o no, né se il regista è qualcuno o no, loro guardano il film e lo giudicano. Hanno visto il nostro film, ne sono rimasti traumatizzati e hanno elogiato la proposta rischiosa, estrema e indimenticabile.

  • So che è difficile, mi hanno già spoilerato qualcosa, ma puoi dirci di cosa parla “La mesita del comedor”?

“La mesita” è facilmente spoilerabile, ed è un problema perché l’ideale è entrare a vederlo senza sapere nulla, solo tenendo in mente il suo ridicolo titolo. Se fai così, vivrai un’esperienza unica, maledetta, traumatizzante ma indimenticabile. Nel cinema dell’orrore di solito si usano mostri, fantasmi, assassini o eventi paranormali per spaventare lo spettatore. Nella nostra storia non c’è nulla di tutto ciò, solo un tavolino e la dura realtà della

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