Kika

Kika

REGIA
Pedro Almodóvar

CON
Rossy De Palma, Victoria Abril, Peter Coyote, Verónica Forqué, Bibiana Fernández

ANNO
1993

NAZIONALITÀ
Spagna

DURATA
111 min.

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Kika

Kika

Ramon, fotografo pubblicitario di biancheria intima, si trova di fronte alla morte della madre e di lì a poco subisce un attacco cardiaco che lo fa sembrare morto. Nicolas, amico della madre, fa intervenire la truccatrice Kika per prepararlo alle esequie. Ne nascerà un rapporto a tre (Nicolas/Kika/Ramon). Mentre Andrea (una giornalista televisiva così immersa nel proprio lavoro da essersi fatta innestare sulla testa una telecamera) è sempre alla ricerca di scoop per il suo programma "Il peggio del giorno", Kika viene violentata da Paul, fratello della sua compagna di appartamento.
Almodovar non si risparmia niente in questo film che non è al vertice della sua filmografia anche se aggiunge un altro tassello alla sua esplorazione del cinema e, in fondo, di se stesso. Il problema sta proprio in quel 'non risparmiarsi niente', nel cedere alla tentazione un po' automanierista di fare un film 'alla Almodovar'. Ingredienti: grottesco, eccessi, situazioni esasperate, una dose di cattivo gusto. Mescolate tutto con cura e avrete un film come ve lo aspettate. La forza di Pedro invece sta altrove. Sta nello stupire. Anche qui lo fa, ma forse troppo poco perché sommerso da una sceneggiatura che ha troppi bersagli da colpire. Arriva comunque al centro con il personaggio di Andrea assurto a simbolo di una televisione-spazzatura che non si ferma dinanzi a nessun ostacolo e fa della volgarità dello sguardo la propria cifra stilistica e (ahimé) vincente. Non mancano poi le citazioni cinefile dispensate a piene mani. Arricchiscono cerebralmente il film ma, in qualche misura, lo raggelano.

Homenajes //

Ramon è un fotografo di successo che non si è mai ripreso dal tragico suicidio della madre: la donna si è tolta la vita con un colpo di pistola mentre si trovava nella casa di campagna insieme al nuovo fidanzato, lo scrittore americano Nicholas Pierce. Proprio quest’ultimo, a tre anni dalla tragica vicenda, fa ritorno a Madrid dove viene accolto dal figliastro, il quale nel frattempo ha intrecciato una relazione con l’esuberante Kika, un’artista del make-up che aveva conosciuto tramite il patrigno (la donna aveva avuto in precedenza una passionale relazione con lui). A corto di denaro, Nicholas accetta di curare le sceneggiature di un programma scandalistico, incentrato su delitti e casi di cronaca nera, condotto dalla bella Andrea, un’ex psicologa che in passato ha avuto in cura Ramon e ora non si ferma davanti a nulla pur di realizzare i suoi scoop.
A complicare una situazione già di per sé esplosiva ci pensa l’evaso Paul Bazzo, un maniaco sessuale appena scappato di prigione nonché fratello di Juana, la domestica di Ramon e Kika: un cortocircuito che darà il via a conseguenze imprevedibili.

Di tutto e di più

Un film esuberante e citazionista, nel quale è racchiuso tutto l’amore di Pedro Almodóvar per il mondo del cinema. Kika – Un corpo in prestito è un inarrestabile calderone di rimandi e omaggi che si intersecano magnificamente in una torrida fiera del grottesco a sfondo sessuale che si pone anche come lucida e tagliente critica a un certo modo di fare televisione, a quei tempi (primi anni ’90) ancora sul nascere. Nel corso delle due ore assistiamo a un infinito caleidoscopio di spunti che giocano con lo spettatore e con i personaggi stessi, pedine di un machiavellico intrigo narrativo nel quale il destino riserva il giusto trattamento a tutti i subdoli partecipanti.
Perché qui nessuno è innocente e chiunque si è macchiato di un particolare tipo di colpa: il percorso che il maestro spagnolo utilizza per arrivare alla definitiva resa dei conti è tanto crudele quanto divertente, ricco di scene madri dove l’erotismo gioca un ruolo fondamentale, ma sempre in una forma leggera, che caratterizza anche le fasi apparentemente più drammatiche della vicenda.

Di scandalo in scandalo

C’è lo “stupro” più comico mai visto nella storia del cinema (guardate, giudicate voi stessi e capirete) e l’intreccio da mystery-thriller che prende a piene mani dai classici hitchcockiani – La finestra sul cortile (1954) e Psyco (1960) – o dal nostro Dario Argento, passando per altri cult del noir d’Oltreoceano. Kika – Un corpo in prestito offre sorprese in serie e il ritmo viaggia su livelli altissimi, con gag e accesi scambi di battute che tengono sempre alto l’interesse dello spettatore, sospeso tra un approccio parzialmente empatico e un altro più distaccato, dato dalla voluta verve caricaturale della pressoché totalità dei personaggi.
L’impostazione macchiettistica del reality show condotto dall’ambigua Andrea (una splendida Victoria Abril) si pone come prepotente atto d’accusa contro quella tv del dolore oggi assai di moda anche nel palinsesto italiano. La deriva delle emozioni, che hanno luogo in un coacervo di segreti e bugie, trasforma la ronde sentimentale in una love-story dal taglio pulp che spiazza e affascina dal primo all’ultimo minuto.
Le sensuali forme delle attrici – capitanate dall’atipica bellezza della procace Verónica Forqué – si inseriscono come svago erotico per l’occhio voyeuristico, elemento ulteriormente sottolineato da un colpo di scena relativo all’identità di una figura solo apparentemente secondaria.

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