Historias para no contar
Storie da non raccontare
REGIA
Cesc Gay
SCENEGGIATURA
Cesc Gay
FOTOGRAFIA
Andreu Rebés
MUSICA
Arnau Bataller
PRODUZIONE
Imposible Films, Movistar Plus+, Nocontarfilm, RTVE, TV3
CON
Chino Darín, Anna Castillo, Javier Rey, Quim Gutiérrez, Brays Efe, Verónica Echegui, Eva Reyes, Àlex Brendemühl, Antonio de la Torre, María León, José Coronado, Alexandra Jiménez, Maribel Verdú, Nora Navas
ANNO
2022
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
99 min.
PREMI
Premios Gaudí 2022
Miglior attore non protagonista (Brendemühl)
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Historias para no contar
Storie da non raccontare
Nuova brillante commedia firmata da Cesc Gay che torna al formato corale con cinque episodi che affondano ancora una volta il bisturi tra le pieghe della personalità umana e i suoi angoli nascosti, soprattutto quando si tratta di relazioni d’amore, amicizia e... rivalità professionale. Il film vanta un cast di stelle del cinema iberoamericano, tra cui Maribel Verdú, Chino Darín, Antonio de la Torre, José Coronado, Anna Castillo, Javier Cámara. Pungente.
La Nueva Ola //
Applicando chissà la massima di Jules Renard (“Cercate il ridicolo in tutto e lo troverete”), il regista Cesc Gay, un abile osservatore del comportamento umano, si immerge qui in un’altra lezione sul patetismo dell’essere umano. E ci mette di fronte a quel riflesso, non più così distorto, affinché ci riconosciamo in uno dei personaggi, nelle situazioni presentate o nei gesti semplici.
Per fare ciò, il regista utilizza la struttura episodica con cinque storie, che ha funzionato così bene in ‘Una pistola en cada mano’, anche se qui è più ironico, tagliente, penetrante e crudele con i suoi personaggi, mettendoli in situazioni a dir poco imbarazzanti. E tutto questo, in fondo, per ridere delle nostre miserie e contraddizioni. Insomma, di noi stessi, uno degli esercizi più salutari che ci siano, soprattutto in questi tempi.
Con l’inestimabile aiuto del suo sceneggiatore di fiducia Tomàs Aragay, il duo attraversa diversi stadi della commedia: dal vaudeville – con quel magnifico primo episodio con il trio Darín-Castillo-Rey – fino al tocco Lubitsch, passando per l’umorismo meno sottile. E allo stesso tempo, brillano dialoghi sui segreti, le bugie e le mezze verità che sempre suonano perfette nelle bocche di un cast insuperabile.