Espíritu sagrado
Sacro spirito
REGIA
Chema García Ibarra
SCENEGGIATURA
Chema García Ibarra
FOTOGRAFIA
Ion De Sosa
PRODUZIONE
Apellaniz & De Sosa, Jaibo Films, La Fabrica Nocturna Cinéma, Teferruat Film
CON
Nacho Fernández, Llum Arques, Joanna Valverde, Rocío Ibáñez
ANNO
2021
NAZIONALITÀ
Spagna/Francia/Turchia
DURATA
97 min.
PREMI
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2021: Festival di Locarno: Premio Speciale della Giuria
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2021: Festival di Mar del Plata: Premio speciale della Giuria
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2021: Festival de Sevilla: Sección Oficial
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2021: Premios Feroz: Premio Speciale
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2022: Miglior Film ai Fotogramas de Plata
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Espíritu sagrado
Sacro spirito
Avete mai visto un UFO arrivare dallo spazio? La Vergine vi è mai apparsa in una grotta? Credete nelle leggende metropolitane e nel traffico di organi? In un lontano paesino di Valencia c’è chi non vede altro. Libero e pieno di umore, come i suoi cortometraggi di successo, Espiritu sagrado conferma il proprio autore tra le voci più audaci del nuovo cinema spagnolo. Premio Speciale della Giuria a Locarno.
La Nueva Ola //
Espiritu sagrado, opera prima di Chema García Ibarra (Elche, Alicante, 1980), premiata al Festival di Locarno, è un film che si distinguerà senza dubbio tra gli altri titoli proposti nel programma della rassegna, perché è difficile da incasellare, cosa che avveniva anche con alcuni suoi cortometraggi di successo, come, tra gli altri, Misterio, La disco resplandece, Uranes e Protopartículas, selezionati da festival come San Sebastián, Berlinale, Sundance e la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes.
Con la collaborazione del suo direttore della fotografia abituale, Ion de Sosa (con il quale ha co-diretto il cortometraggio The Golden Legend nel 2019), che ha girato su pellicola 16 mm (e talvolta 35 mm) per dare più fisicità ai colori e una certa aura fantasmagorica all’illuminazione, García Ibarra ha filmato in luoghi domestici e urbani della sua città natale, trasformandola in un luogo molto particolare dove cinque persone, di età svariate, professioni e personalità diverse, sono unite dalla loro fede negli avvistamenti di dischi volanti, nell’occulto e in altri fenomeni paranormali.
Liberamente ispirato a fatti realmente accaduti nella sua città, con un’armoniosa simbiosi tra fantascienza e documentario che scorre nelle inquadrature, il regista ha reclutato attori non professionisti che, pur non aspirando alla perfezione nelle loro interpretazioni, finiscono comunque (con le loro espressioni un po’ distanti e le loro battute pronunciate in un modo che non è affatto usuale nel cinema mainstream) per turbare il pubblico – una sensazione che García Ibarra è abile nel suscitare. Dallo schermo trasmettono un misto di spontaneità, dilettantismo e commedia (a cavallo tra oscuro e affettuoso, strano e misterioso), piuttosto simile ai film di Aki Kaurismäki.
Indagando sul proprietario di un bar diventato leader di questa strana setta, interpretato da Nacho Fernández, lo scrittore-regista rivela la natura e la vita quotidiana di coloro che soccombono alle ideologie, alla parapsicologia e alle credenze più eccentriche, usando un cocktail sensato e ben dosato di umorismo e inquietudine, senza mai cadere nel dramma o confondere lo spettatore, anche se il pubblico non sa se ciò a cui sta assistendo è una terribile tragedia, una commedia involontaria o un’enorme scherzo cosmico.