Arrebato
REGIA
Iván Zulueta
SCENEGGIATURA
Iván Zulueta
FOTOGRAFIA
Ángel Luis Fernández
MUSICA
Grupo Negativo
PRODUZIONE
Nicolás Astiarraga P.C.
CON
Eusebio Poncela, Cecilia Roth, Will More, Marta Fernández-Muro, Carmen Giralt, Luis Ciges, Antonio Gasset, Helena Fernán-Gómez, Teresa Fernández Muro, Olvido Gara "Alaska"
ANNO
1979
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
115 min.
PREMI:
- 1981: Fantasporto: Premio de la crítica, Miglior attore, Miglior sceneggiatura.
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Arrebato
Il 9 giugno 1980 debutta nei cinema di Madrid un
film a basso costo, realizzato da un (quasi) perfetto
sconosciuto e vittima di una post-produzione più
che travagliata. Ed è un flop. Ma col passare degli
anni il film viene via via rivalutato, fino a diventare il cult spagnolo per antonomasia.
Con Arrebato Iván Zulueta realizza quella che è considerata un’opera seminale, in cui sesso, eroina e Super-8 si mescolano in un emozionante viaggio a spirale verso i recessi più oscuri dell’anima umana.
L'eredità di Arrebato, film-simbolo dell'underground e della cultura pop in Spagna, ha dato frutti nei decenni a venire, da Il giorno della bestia (1995) di Álex de la Iglesia a Tesis (1996) di Alejandro Amenábar.
Homenajes //
la MOVIDA madrileña
Rientrato a casa, il regista di film horror indipendenti José (Eusebio Poncela) trova l’ex fidanzata Ana (Cecilia Roth) in stato di incoscienza per uso di droga e un pacco contenente un nastro, una pellicola super 8 e una chiave. Dopo essersi fatto una dose, José ascolta il nastro. La voce di Pedro (Will More), un ragazzo che ha incontrato in un paio di occasioni, inizia a raccontargli un fatto sensazionale. Ascoltando il nastro, José rivive i momenti che hanno condiviso nella casa di campagna di Pedro.
Il primo incontro è avvenuto quando José e la sua ex Marta hanno visionato la casa come possibile location per un film. Pedro, cugino di Marta, ha reso partecipe José della sua passione quasi morbosa di filmare ogni cosa, all’ossessiva ricerca dell’essenza della realtà per raggiungere l’estasi; quindi gli ha mostrato alcuni suoi filmati. Nel loro secondo incontro José è accompagnato da Ana. Pedro sfida Ana a fissare una bambola di Betty Boop per delle ore e, mentre Ana si impegna nell’assurda sfida, nella stessa stanza i due uomini si drogano e hanno un rapporto sessuale.
Nel presente Ana si ridesta e si unisce a José nella visione del super 8, che contiene gli ultimi mesi di vita di Pedro. Il ragazzo si è trasferito in un monolocale a Madrid e ha una nuova telecamera in grado di riprendere da sola in modalità time-lapse. Un giorno si corica dimenticandola accesa e puntata su di sé. Al risveglio visiona il filmato e nota un fotogramma rosso nel quale vede se stesso comportarsi come se fosse accaduto qualcosa. Affascinato dall’evento, ripete più volte l’esperimento…