Madrid, 1987
Madrid, 1987
REGIA
David Trueba
CON
José Sacristan, Maria Valverde, Ramon Fontserè, Alberto Ferreiro, Eduardo Antuña
ANNO
2011
NAZIONALITÀ
Spagna
DURATA
102 min.
PREMI:
- San Sebastian, 2011: Especial Zabaltegi
- Sundance Film Festival, 2012: Sezione Ufficiale
- FIC Guadalajara, 2012; Sezione Ufficiale
Condividi su...
Madrid, 1987
Madrid, 1987
In una calda giornata di luglio, in una Madrid semi deserta, Miguel, un autorevole giornalista e scrittore, ha appuntamento in un bar del centro con Angela, una giovane studentessa di giornalismo, che ha deciso di scrivere la sua tesi su di lui. Fin dal primo istante, tra i due si sviluppa un’accesa discussione su temi come il desiderio, il talento, l’ispirazione e il concetto di professionalità. Costretti a rimanere insieme per tutta la giornata, cercheranno di sopravvivere all’attrito emotivo che le loro due prospettive differenti hanno contribuito a creare.
In una calda giornata di luglio, in una Madrid semi deserta, Miguel, un autorevole giornalista e scrittore, ha appuntamento in un bar del centro con Angela, una giovane studentessa di giornalismo, che ha deciso di scrivere la sua tesi su di lui. Fin dal primo istante, tra i due si sviluppa un’accesa discussione su temi come il desiderio, il talento, l’ispirazione e il concetto di professionalità. Costretti a rimanere insieme per tutta la giornata, cercheranno di sopravvivere all’attrito emotivo che le loro due prospettive differenti hanno contribuito a creare.
La Nueva Ola //
“È un intellettuale e nudo (letteralmente) braccio di ferro tra maestro e alunna, a volte reattivo e creativo, a tratti dialogo tra sordi, (…) i due sono condannati a una battaglia dialettica, a scrivere in definitiva il miglior epilogo per un prologo. E Trueba, grazie a un José Sacristán semplicemente colossale, e a una grande María Valverde, all’altezza del ruolo, chiude il suo personale scritto sul saper perdere”
(Fausto Fernández, Fotogramas)
“Trueba sembra puntare sulla leggerezza e la fragilità, su un cinema fatto quasi all’intemperie. (…) C’è tensione espressiva in ogni inquadratura” (Jordi Costa, El País)